Biofeedback
In senso generale per Biofeedback si
indica qualunque informazione che un organismo biologico riceve in
risposta ad un proprio comportamento.
Il Biofeedback funziona sul principio
della retroazione biologica, attuando un loop in cui l’attività
volontaria del cervello, valutando delle informazioni di
monitoraggio, opera su di una funzione fisiologica (volontaria o
autonoma) modificandone i parametri e “insegnando” al soggetto come
deve comportarsi per raggiungere il suo obbiettivo.
In questo modo “il paziente si
trasforma in cliente”.
Da quando, negli anni Settanta, negli
Stati Uniti sono stati effettuati i primi esperimenti e le prime
ricerche con l’utilizzo del sistema Biofeedback, molta strada è
stata fatta.
Sul mercato sono presenti numerosi
modelli di questi apparecchi, che, a seconda delle caratteristiche
progettuali, permettono il controllo volontario delle variabili
elettrodermiche, dell’attività cerebrale, dell’attività cardiaca,
ecc…
Tutte queste apparecchiature
evidenziano il feedback (l’informazione retroattiva) tramite una
variazione acustica oppure una visiva (scala di uno
strumento quale microamperometro; variazione di punti luminosi;
registratore grafico).
Queste informazioni sensoriali
vengono utilizzate per acquisire consapevolezza delle funzioni
somatiche e permettono di modificarle a piacimento attraverso
semplici atti volontari.

Biofeedback parlante
Ciò che di innovativo è stato ideato,
costruito e brevettato dal dott. Valerio Sanfo di Torino, è
il sistema di traduzione delle informazioni di monitoraggio.
E’ risaputo che l’uomo è una macchina
linguistica e il linguaggio gli permette di enunciare la novità
pensata; difatti, parlare e ascoltare creano la novità.
Ebbene, il Biofeedback ideato è in
grado di intervenire attivamente, traducendo le informazioni
biologiche rilevate in parole di senso compiuto: si tratta
quindi di un feedback parlante.
Usare questo tipo di apparecchio vuol
dire possedere, idealmente, un terapeuta che attraverso la viva voce
del sintetizzatore comunica i risultati e invita, attraverso
suggerimenti, ad attuare varianti e approfondimenti psicofisici.
Così, ad esempio, se il soggetto si
sottopone ad esercizi di training con il Biofeedback, esso “parlerà”
e si sentirà una voce (maschile o femminile, a scelta) che
persuaderà all’allenamento con frasi tipo: bene, continua così…
oppure: compi qualche respiro profondo… oppure: lasciati
andare ancora di più…
Dal momento che gli esercizi vengono
condotti ad occhi chiusi, si può instaurare, nel soggetto, l’effetto
presenza, proprio come se un terapeuta personale si prendesse cura
di lui.

Il dispositivo
Il dispositivo consiste di:
-
un sistema captatore applicabile
sulla cute;
-
un circuito in grado di
amplificare e condizionare il segnale captato dal sistema, ad
esempio la variazione della resistenza elettrica cutanea;
-
un convertitore in grado di
trasformare i segnali provenienti dalla fonte in segnali adatti
a far funzionare il blocco sintetizzatore di voce;
-
un dispositivo traduttore, tipo
altoparlante o altro, in grado di rendere udibili i segnali
vocali in uscita dal sintetizzatore di voce.
Il Biofeedback parlante (brevettato
nel 1982) costituisce un importante mezzo per approfondire,
osservare e conoscere i fenomeni biologici in relazione con
l’attività mentale.
Programmando opportunamente il
sintetizzatore elettronico vocale, immettendo nel sistema una
certa quantità di parole e frasi in una certa lingua, si può
ottenere, dal soggetto in esame, un vero e proprio scambio di
informazioni verbali.
La qualità delle comunicazioni è
legata al grado di apprendimento del soggetto in esame.
Il Biofeedback parlante si presenta
quale un sintetizzatore vocale elettronico con le caratteristiche di
essere pilotabile da segnali di natura biologica opportunamente
amplificati, essendo esso costituito da uno stadio convertitore
controllato da un microprocessore in grado di memorizzare parole,
suoni, fonemi, frasi, in sequenza isolata o morfologica, asservito a
un modulo Speech Synthesis, in modo che ad ogni informazione binaria
del convertitore avvenga una corrispondente frase, suono vocale,
fonema, chiaramente udibile.
La ricerca tramite tale Biofeedback è
stata effettuata negli anni Ottanta, sottoponendo a verifica un
insegnante di yoga, e dimostrò la possibilità dell’uso quale mezzo
di rilevamento vocale applicabile in disparati campi.
Lo stesso Biofeedback parlante venne
utilizzato per rilevare le variazioni bioelettriche dei vegetali
e venne brevettato con il nome di “Biospeacker®”.
Gli esperimenti vennero divulgati
dalla stampa e dalle emittenti televisive a livello nazionale
italiano, in alcuni paesi europei ed in Australia.


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