Come
tutte le antiche terapie naturali, anche quella dei sacchettini
colorati portati addosso ha origini lontanissime, che si
perdono nella notte dei tempi.
Pare comunque che sia nata in
Cina, dove era d’uso confezionare dei contenitori di forma
triangolare. In realtà, questa antica usanza la troviamo anche in
Africa e in Europa, e per quanto riguarda l’Italia è ancora oggi
conosciuta nel Veneto.
Gli zingari sono
stati tra i più assidui cultori della terapia con i sacchettini
colorati. Questo trattamento viene chiamato il più delle volte con
il termine “breviterapia” che deriva dalla parola “breve”,
cioè un piccolo sacchettino contenente reliquie sacre che i
sacerdoti portavano al collo. Nel nostro caso la parola breve sta ad
indicare un sacchetto di stoffa contenente sostanze che sono d’aiuto
alla salute.
La sua forma è stata
soggetta a molte variazioni, alcune volte ricollegandosi alla legge
dell’analogia, rappresentando la parte del corpo che si voleva
curare.
Nel 1600 era
d’uso portare un breve contro la peste, a forma di cuore e
contenente: borragine, dittamo, aloe e corteccia di limone. Ancora
oggi, nella medicina popolare è d’uso confezionare dei sacchettini
colorati contenenti di norma della crusca, o sale, o zucchero di
canna: questi sacchettini vengono esposti alla luce e poi portati
addosso a contatto con la pelle.

La breviterapia è
efficacie grazie a tre fattori:
1. il COLORE
o frequenza
2. la FORMA o
dimensione
3. la NATURA
o l’elemento
Grazie
all’interazione di questi tre indirizzi, si ha una conseguente
azione sul microcosmo nel quale il breve viene immerso,
riportando il giusto equilibrio di energie, e quindi di conseguenza
ristabilendo la salute.

Colore
Nella cura con i sacchettini
colorati si usano principalmente tre colori: il rosso,il
verde e l’azzurro; più raramente si utilizzano anche i
quattro colori rimanenti.
Il colore,
racchiudendo una precisa energia vibratoria, un quid energetico, è
in grado di fare da portante alle altre energie che vengono
veicolate all’interno dell’organismo.
Il colore rosso
ha un’azione profonda e si usa tutte le volte che si vuole far
penetrare nella parte più interna, più centrale del nostro corpo,
l’energia dell’elemento; il colore azzurro ha un’azione superficiale
e quindi si usa quando l’azione è a livello di organi o parti del
corpo esterni, mentre il colore verde si usa quando si vuole
ottenere una azione intermedia. Esiste un altro colore che è
frequentemente usato nella breviterapia, ed è il grigio perla,
che si pone sulla frequenza dell’argento, quindi fredda, e che ha
azione efficace nei disturbi di tipo psichico.

Forma
La forma del sacchettino è
importante, in quanto il suo ruolo è quello di fare da antenna
irradiante, in modo che le energie delle sostanze introdotte vengano
veicolate attraverso il colore, all’interno dell’organismo.
Il rapporto perfetto
della forma più usata dalla natura, fu chiamata “dimensione aurea”
per indicare proprio la perfezione, e veniva applicata nella
costruzione dei templi, dei palazzi e anche per dimensionare gli
oggetti, come libri e altro, sia in Grecia che in Egitto. Di norma,
per comodità, si usa una misura standard che è di centimetri 3,5 di
base per centimetri 5,6 di altezza.
Questo vuol dire che
il sacchettino finito deve avere queste dimensioni. basterà quindi
tenere conto dell’orlo delle cuciture e tagliare un pezzo di stoffa
che ripiegato in due, a lavoro ultimato, dia poi la dimensione
aurea.

Elemento naturale
Nel sacchettino colorato,
che deve essere di materiale non sintetico (si usano quindi
la seta, il cotone, il lino, la lana) si
mettono degli elementi naturali che rappresentano, per così dire, il
combustibile del breve. L’energia dell’elemento viene convogliata
verso il corpo e nello stesso tempo assorbe le vibrazioni della
malattia, cioè dello squilibrio.
La cura con i sacchettini
colorati quindi funziona per “radiazione” e “assimilazione”.
La sostanza introdotta nel sacchettino diventa così il mezzo, il
tramite tra le forze astrali (dimensione aurea) e il microcosmo
“uomo” che ne è il vaso contenitore.
In natura ogni cosa
è formata da precisi elementi chimici, ed esiste una sintesi o una
antitesi di base che permette l’attrazione o la repulsione. Ogni
malattia può essere curata, dal momento che gli elementi del male
sono stati creati dalle forze della natura che possiede anche il
loro contrario.
Ecco che nell’antica
erboristeria si curavano le malattie con le piante che
assomigliavano all’organo malato (signature). Gli elementi,
in natura, appartengono a tre regni, e precisamente:
-
minerale che
agisce sul corpo fisico,
-
vegetale che agisce sul
corpo eterico,
e
-
animale che agisce sul
corpo astrale.
La quantità
dell’elemento generalmente non ha importanza, fatta eccezione per i
microelementi, come i semi delle piante, che devono essere presenti
nel numero prescritto. Quando si parla di altri elementi basta una
piccola quantità, in quanto è la presenza vibratoria della sostanza,
che agisce.


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