ORIGINI
Le tracce della
medicina chiropratica si trovano nel trattato su Le articolazioni
di Ippocrate, (460 - 377 a.C.); più tardi anche Galeno
(129 -
201 d.C.) insegnava le correzioni delle vertebre.
Il fondatore
della chiropratica moderna fu il Dr. Daniel David Palmer (1845 -
1913) che ideò una terapia (disciplina) che cura i disturbi
intervenendo con le sole mani sulla spina dorsale attraverso
particolari manipolazioni: “Chiropratica è
il nome di una conoscenza sistematizzata della scienza della vita
(biologia); una metodica comprensione, e applicazione, delle
tecniche per rimediare deformazioni anatomiche; lo studio della
causa delle anormalità biologiche; una spiegazione, infine, dei
metodi impiegati per alleviare le sofferenze e prolungare la durata
della vita”.

SCOPI
L’obiettivo
primario della chiropratica è quello di mantenere l’individuo nelle
migliori condizioni fisiologiche, con particolare attenzione per il
mantenimento del sistema nervoso in uno stato di integrità, quale
coordinatore delle funzioni corporee.
La malattia
sarebbe dovuta ad una mancanza di equilibrio e si instaurerebbe
quale processo funzionale anormale. Le cause possono essere interne
ed esterne ma in ultima analisi è sempre l’individuo a scegliere la
via del malanno, anche quando si tratta di malattie causate da
agenti patogeni: “Tutti gli esseri umani sono infettati da una
miriade di virus, batteri, funghi e parassiti, che sono
potenzialmente patogeni, ma che normalmente rimangono latenti o
inattivi. E’ verosimile che l’incidenza delle infezioni latenti
aumenti con la chemioterapia, ma qualsiasi modificazione
dell’ambiente interno o esterno (repentini cambiamenti delle
condizioni atmosferiche, affaticamento mentale, superlavoro, carenze
nutritive, ecc.) può turbare una condizione di equilibrio
biologico”. (W. Boyd, Manuale di patologia).
Il compito del
chiropratico consiste nel correggere le anomale relazioni
strutturali del corpo, affinché spontaneamente l’individuo possa
utilizzare al meglio le proprie risorse per ripristinare
l’equilibrio e quindi la salute.
In tale ottica la
chiropratica si presenta come una
medicina olistica, pur dedicando
la principale attenzione alla spina dorsale. L’operatore stimola la
“forza o tendenza innata” presente in ogni uomo a ristabilire l’omeostasi
fisiologica.
La colonna
vertebrale è la parte del corpo nella quale la dinamica delle
vertebre può decidere il buon funzionamento dell’organismo.
Localizzata la disfunzione attraverso la lettura dei reperti
radiologici, detta “sublussazione”, interviene tramite
“l’aggiustamento” che consiste in una serie di manipolazioni
specifiche, riportanti nell’assetto anatomico le vertebre.
L’Associazione
Italiana Chiropratici la definisce “una disciplina che appartiene
alle arti curative scientifiche e che concerne la patogenesi, la
diagnosi, la terapia e la prevenzione dei disturbi funzionali delle
sindromi dolorose e gli effetti neurofisiologici legati ai disordini
statici e dinamici del sistema locomotore, in particolar modo della
colonna vertebrale e del bacino” (1986, Roma).
La colonna
vertebrale assume un valore oltre che reale anche simbolico quale
“tutto unitario” dell’individuo. Ogni vertebra relaziona con le
altre in un operato sinergico; il disco vertebrale quale cuscinetto
assume un particolare valore e ogni anomalia si manifesta con
disturbi.

PRINCIPÎ
DI BASE
I tre principî
di base sui quali si fonda la chiropratica sono:
-
Il sistema
nervoso può causare le malattie.
-
Le alterazioni
della struttura scheletrica e muscolare possono causare disturbi
al sistema nervoso.
-
Le malattie
possono essere causate o aggravate dai disturbi del sistema
nervoso.
Il chiropratico
proiettato in una visione globale relaziona ogni elemento della
colonna vertebrale con numerosi fattori quali: lo stress mentale, lo
stress fisico, le alterazioni biochimiche, l’approccio ecologico
ambientale, la qualità degli alimenti, l’abuso di farmaci, ecc.
La chiropratica si
riferisce al paziente nella sua complessità e relazione su un
modello che riunisce tre equilibri: psicologico, fisico, biochimico.

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