Il farmacologo e
psicoterapeuta francese Émile Coué
(1857–1926) incontrò nel 1885 i
maestri della scuola di Nancy, seguendo gli orientamenti di Liébeault e Bernheim riguardo al fenomeno della
suggestione.
Oltre ad occuparsi
d’ipnosi, Coué ebbe una visione ampia dei processi mentali
dell’uomo, tanto che i suoi enunciati mantengono ancora oggi una
rilevanza nell’ambito della psicologia. Egli intese l’ importanza
delle relazioni sociali e del condizionamento che continuamente
precostituisce la nostra mente, senza che possa esserci una
cosciente valutazione. La vita dell’uomo è determinata dai
condizionamenti importati e a tal proposito Coué
scriveva: “Ed
ecco che noi, così fieri della nostra volontà, che crediamo di
compiere liberamente ogni nostra azione, non siamo in realtà che
marionette di cui la nostra immaginazione tiene tutti i fili”
.
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Volontà o
immaginazione?
La tesi cruciale
sulla quale poggia il pensiero di Coué è la decisa convinzione che
la suggestione ipnotica non agisca sulla volontà, bensì
sull’immaginazione. Già Paracelso aveva capito l’importanza
dell’immaginazione scrivendo: “Togliete la forza
dell’immaginazione e non raggiungerete nulla”.
E’ alla facoltà di
rappresentazione mentale che si deve il potere della mente. Non è la
percezione sensibile ad agire nei processi mentali, ma la
rappresentazione psichica. Anzi, sovente, tra volontà ed
immaginazione sorgono contrasti, e solo agendo tramite le
suggestioni sull’immaginazione del soggetto è possibile instaurare i
processi ipnotici.
Per meglio
comprendere il concetto della preminenza dell’immaginazione sulla
volontà, vediamo gli assunti relativi:
-
quando la
volontà e l’immaginazione sono in conflitto, vince sempre
l’immaginazione, senza alcuna eccezione;
-
nel contrasto
tra volontà e immaginazione, la forza di quest’ultima è in
ragione diretta del quadrato della volontà;
-
quando la
volontà e l’immaginazione si trovano d’accordo, l’una non si
aggiunge all’altra, ma si moltiplica con l’altra.
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Immaginazione e
inconscio
E’
l’autosuggestione che deve prodursi, il compito della suggestione è
proprio quello di agire sullo stato cosciente dell’individuo e
trasformarsi in “propria suggestione” attraverso l’immaginazione; in
tal guisa Coué fa corrispondere l’immaginazione con l’inconscio: “E’
lui che noi chiamiamo immaginazione e che contrariamente a quanto è
ammesso, ci fa sempre agire anche e soprattutto contro la nostra
volontà, quando vi sia antagonismo tra queste due forze” (E.
Coué, 1924).
Il compito dell’ipnotista
è quello di obnubilare la volontà del soggetto, oppure di
richiamarla obbligandola ad operare a vantaggio dell’immaginazione.
L’immaginazione
diviene il mezzo elettivo per poter comunicare con il preconscio.
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