In questa
esposizione non è tanto la storia dell’erboristeria che ci
interessa, quanto piuttosto evidenziare la sostanziale diversità
dell’erboristeria antica dalla
fitoterapia clinica
contemporanea.
I protocolli (che
in realtà non avrebbe senso chiamare tali) sono totalmente diversi
da quelli del sapere accademico, difatti l’azione terapeutica si basa sugli
aspetti morfologici della pianta (le signature) e su quelli
ecologici (legame con l’ambiente), con ricorso a modelli analogici
nei quali si tiene conto anche della valenza culturale, mistica e
mitologica alla quale essa appartiene.
Con il termine “signatura”
si esprime la relazione morfologica tra la pianta o alcune parti
specifiche che la compongono, e la forma di organi o parti del corpo
umano; asserendo che la forma è il risultato di una relazione
energetica, ne consegue che, due forme simili sono portatrici e
condividono energie simili. Alla semantica delle forme viene
attribuito un vero e proprio linguaggio della natura.
Il contenuto dei
principi attivi, presenti nella pianta, è di recente acquisizione e
coincide con lo sviluppo della biochimica e della farmacologia
accademica di fine Ottocento.
La corrispondenza
morfologica portò all’applicazione di quella che veniva chiamata
medicina simpatica o simpatetica; così ad esempio la “Digitale”
veniva considerata simpatica per il sangue, a causa delle macchie
rossastre presenti sul fiore.
La suddivisione
delle piante officinali si basava sulla relazione tra le
caratteristiche simpatetiche in relazione con quelle costituzionali
e dei temperamenti, indicati con chiarezza da Ippocrate. Veniva così
applicato il concetto di armonia e salute in mutua relazione,
“giusta mescolanza” o crasi, dei quattro umori fondamentali:
sanguigno (umore caldo e umido), flemmatico che richiama il freddo e
l’umido, bilioso normale ovvero col-lerico riferito al caldo e
secco, e l’umore atrabile o bile nera o melanconico in relazione con
il freddo e secco.
La scelta delle
piante medicamentose si riferiva proprio alle caratteristiche del
modello tetraumorale ippocratico, così ogni pianta medicinale veniva
classificata secondo il suo potere umorale e il suo grado di
azione, ad esempio l’Elicriso, l’Ononide e l’Enula venivano
considerate droghe vegetali caldo-secche.
Le droghe piccanti, acri, resinose
o aromatiche manifestavano un’azione riscaldante
divisa in gradi diversi secondo l’azione provocata. Ecco perché
l’erboristeria tradizionale si può anche chiamare “erboristeria
costituzionale”.
Le piante
utilizzate erano spontanee e prevalentemente autoctone, mentre
alcune di queste venivano appositamente coltivate in quelli che
erano definiti i giardini dei semplici.
Nell’erboristeria
di tradizione le preparazioni sono sempre individuali ovvero
“magistrali”; allestite estemporaneamente in base ad una precisa
necessità del paziente, tenendo conto di tutti gli aspetti coinvolti
nello squilibrio che si è instaurato (aspetto fisico, psichico e
sociale), tenendo conto del paziente nella sua visione globale ed in
particolare della molteplicità degli indirizzi verso i quali le
piante officinali agiscono.
La posologia
apparentemente empirica e imprecisa si basava su pratiche
corroborate nel tempo che assicuravano di somministrare la giusta
quantità di medicamenti. Il problema della titolazione dei principi
attivi non si presentava, essendo le piante raccolte nel loro
habitat erano portatrici della massima espressione terapeutica
rintracciabile in quel preciso periodo dell’anno.
Così ad esempio
l’iperico di quell’annata, per l’individuo che viveva in quel luogo,
era ciò che di meglio si potesse rintracciare. La visione nella
quale si collocano l’erboristeria tradizionale o costituzionale si
discosta totalmente dai modelli presenti nella fitoterapia clinica e
volendo rivaluta l’antica figura dell’erborista tradizionale che
raccoglieva egli stesso le piante e indicava l’uso terapeutico. Non
si tratta di una visione antica ed obsoleta, ma di un “altro modo”
d’intendere il rimedio, la malattia ed il malato, sicuramente meno
scientifico ma indiscutibilmente più naturale.
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