L’euritmia
terapeutica fa parte delle metodiche ideate da Rudolf Steiner e
Marie von Sivers nel 1912 nell’ambito della
medicina
antroposofica.
Alla base del metodo
si pone la conoscenza della relazione mutua e continua tra i
movimenti che ci sono nella laringe, tramite le corde vocali. Quando
mettiamo in atto la funzione fonatoria (parlare, vocalizzare,
cantare, ecc.) coinvolgiamo anche i muscoli degli arti; presentando
in tal guisa un vero e proprio linguaggio non verbale di tipo
ritmico. Rudolf Steiner a tal proposito scriveva: “Euritmia
come parola visibile”.
L’euritmia,
attraverso la prescrizione di esercizi mirati, agisce sull’organismo
influenzando l’apparato respiratorio e cardiocircolatorio, agendo
armonicamente anche su altri sistemi, quale quello nervoso e sugli
organi emuntori, preposti a detossicare l’organismo.
L’euritmia, come
espresso da Steiner, è un’arte che attraverso il movimento permette
di rintracciare la continuazione del movimento Divino. In questa
visione si comprende come l’euritmia si presenti quale spinta
spirituale verso la comprensione degli scopi, verso la realizzazione
del Sé spirituale. Nell’euritmia il movimento corporeo assume il
compito di trasformare (trasdurre) “la parola in gesto, il ritmo
poetico in movimento, la costruzione, l’architettura della poesia in
forme spaziali” (R. Steiner).
L’euritmia non deve
essere confusa con la
danzaterapia, poiché di fatto non si
rintracciano le figure dei passi tipici del ballo. Il soggetto
esegue spontaneamente movimenti che recuperano le impressioni che il
compositore o il poeta hanno trasmesso a livello energetico sottile
nella loro opera; in questa visione possiamo comprendere perché
l’euritmia si presenta quale mezzo espressivo in grado di porre in
relazione l’individuo con il cosmo e le forze soprannaturali. Ad
esempio il movimento basato sul passo tripartito (uno degli esercizi
euritmici fondamentali) esprime le facoltà del pensare, sentire e
volere.
L’incedere richiede
di compiere il movimento del piede in tre fasi: sollevare il
tallone, alzare il piede, riappoggiarlo con la punta. Tale esercizio
armonizza, riequilibra qualsiasi individuo (azione armonizzante dei
temperamenti). Nella trasduzione dei movimenti fonatori laringei in
espressione corporea viene presentata una analogia con le vocali e
le consonanti, ad esempio per rappresentare posturalmente la vocale
“A” il paziente porta le braccia verso l’alto. Per la “E”, quale
espressione di difesa verso il mondo esterno la braccia vengono
poste all’altezza del petto con i polsi incrociati.
L’euritmia applicata
alla parola trova nelle vocali l’espressione della sensibilità, e
nelle consonanti la forza formatrice.
Esercizi
fondamentali
Gli esercizi
fondamentali dell’euritmia contemplano:
1. gli esercizi con
le verghe di rame, che utilizzano l’effetto benefico di questo
metallo, e permettono all’allievo di raggiungere la padronanza del
proprio corpo e il contatto con lo spazio.
2. il passo
tripartito (già menzionato).
3. i ritmi, in
particolare il ritmo poetico greco-latino, con tono solenne e calmo,
dal susseguirsi di sillabe lunghe e brevi; tradotti in passi piccoli
e leggeri queste ultime e in passi lunghi e pesanti le sillabe
lunghe. Il loro susseguirsi rappresentano l’alternarsi fra l'“Io” e
il “Non Io”.
4. I cori, quali
tracciati figurali espressi tramite il movimento. Alcune di queste
forme sono molto semplici, come il quadrato, i cerchi, le spirali,
che singolarmente o in gruppo gli esecutori tracciano con i passi, i
movimenti degli arti superiori e le posture dinamiche.
5. I colori; è
risaputo quanta influenza abbia avuto il pensiero di Goethe su
Steiner; ecco perché il linguaggio cromatico viene contemplato in
quest’arte terapeutica.
E’ anche
rintracciabile un legame con la
musicoterapia
quando
l’euristica si presenta come “canto visibile”.
In conclusione
riportiamo un passo del testo di Lidia Baratto, 1939, dal titolo “Euritmia”:“Perché
dunque si studia euritmia? Perché essa giova all’uomo nei tre sensi
del corpo, dell’anima e dello spirito. Dà salute, robustezza, grazia
e agilità al suo fisico. Risveglia in lui le virtù morali e gli dà
fermezza nell’esercitarle. Quanto allo spirito, essa rende attive
nell’uomo le forze intellettuali della memoria, del pensiero e della
concentrazione nonché la sicurezza, il coraggio, la presenza di
spirito, il senso di giustizia, di verità e di iniziativa, insomma
tutte le facoltà atte a dargli un valido sostegno nel cammino della
vita”.
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