La Gestalt può essere considerata una
vera e propria corrente di pensiero che ha interessato la psicologia
e la psicoterapia, la matematica, la fisica, la pedagogia, la
sociologia, la neuropsichiatria, l’arte in genere (in particolare la
pittura), e la grafica.
Con il termine Gestalt si vuole
identificare il concetto della “forma” intesa quale struttura
organizzata, e non associazione di dati sensoriali. Tutte le
forme si strutturano con funzione di fattori secondo i “principi
della buona forma”.
La Gestalt nasce all’inizio del
Novecento in Germania, ad opera di M. Wertheimer, Koffka, Köhler,
ed altri studiosi. Le origini di tale pensiero vengono fatte
risalire al Romanticismo, in particolare a Goethe. In Italia
il pensiero gestaltico viene introdotto da L. C. Musatti.
Nella “circolarità gestaltica”, il
soggetto e l’oggetto si trovano uno di fronte all’altro formando un
tutto, in questo incontro il punto di vista fenomenologico e
fisiologico assumono la stessa importanza. Tutto ciò che è
percepibile in uno spazio è interagente o plurivoco.
Per spiegare alcuni aspetti peculiari
della “forma”, la Gestalt ricorre alle figure ambigue, nelle quali
la relazione tra figura e sfondo si presenta non nettamente
definita, dimostrando come le proprietà delle parti dipendano dalla
relazione con l’insieme. In tale processo viene posta in evidenza la
varietà dei punti di vista, ed il numero dei livelli gerarchici.
Nella Gestalt viene posto l’accento
sul concetto “di bene in meglio”, affermando che un sistema meno
buono tende a diventare buono, per un principio che è quello
dell’ordine naturale, che per natura, può realizzarsi da sé, senza
la necessità di un ente esterno ordinatore.
L’applicazione della Gestalt
nell’ambito della psicologia clinica, viene
attribuita a K. Lewin,
che negli anni Trenta praticò la psicoterapia di gruppo, basandosi
sui fondamenti gestaltici.
Le figure ambigue vengono utilizzate
per studiare i campi cerebrali; il problema nelle figure/sfondo è
quello del sistema di riferimento. Il fatto che si possano percepire
due figure diverse, a seconda della zona di riferimento, indica che
queste contengono molta “pregnanza”, ovvero hanno numerose
caratteristiche in comune.
Nella Gestalt il concetto di
illusione ottica non ha senso, perché ciò che appare è veramente ciò
che psicologicamente è, e quindi ciò che richiede delle spiegazioni.
Köhler chiama questo processo con il termine di “isomorfismo”.
“Ciò che viene percepito nello
spazio ambientale è strutturato identicamente nella distribuzione
dinamica dei processi cerebrali sottostanti all’atto percettivo.
Quando guardo un cerchio, nel cervello corrisponde un campo
bioelettrico con le stesse proprietà strutturali”. (W. Metzger,
1971, Giunti Barbera). Il cervello funziona come un sisgrma totale e
dinamico.
Nel 1947 Lewin espone il modello
della “psicologia di campo”, detta anche “psicologia della
lavagna”, evidenziando come i comportamenti si manifestano
all’interno di campi psicologici o spazi vitali.
Le applicazioni nell’ambito
psicoterapico della Gestalt interessano i percorsi individuali e
quelli di gruppo, e vengono utilizzati anche nell’ambito
psichiatrico, sociologico e psicopedagogico.

|