Il termine grounding deriva
dall’inglese, da ground che vuol dire suolo, terreno, per
indicare una tecnica che permette di mantenersi ben saldi alle
fondamenta dell’individuo.
Ideato negli anni Sessanta dallo
psicanalista americano Alexander Lowen, fondatore
dell’analisi bioenergetica. Il filum conduttore delle esperienze si
basa sulla terapia della bioenergetica. Per vivere in armonia
bisogna possedere una buona base, ovvero un buon contatto con il
suolo, indicando, così, un buon grounding. I piedi rappresentano,
anche simbolicamente, un buon contatto con la realtà, una giusta
collocazione nel contesto sociale.
Nel grounding vengono proposti
esercizi nei quali il soggetto deve sciogliere i blocchi energetici
che nel tempo si sono formati, in tali esercizi viene proposta una
solida base di contatto con il terreno e un giusto bilanciamento del
corpo, affinché l’energia possa scorrere liberamente.
Per occuparsi di grounding è
indispensabile conoscere la teoria bioenergetica di Lowen,
nella quale viene evidenziata l’importanza della formazione del
carattere nell’età evolutiva, e le strutture caratteriali che nella
bioenergetica vengono proposte.
Nella nostra società prevale il
contatto e la focalizzazione sulla parte alta del corpo, in
particolare la testa. La perdita del contatto con la parte bassa,
dovuta anche a condizionamenti sessuali, sbilancia l’individuo,
tanto da non saper governare i flussi di energia.
Con il grounding ci si riappropria
della capacità di governare le parti del corpo più vicine alla
terra, spostando il proprio baricentro all’altezza dell’addome.
Il giusto flusso di energia, nella
parte bassa del corpo, comporta la risoluzione di vari disturbi, dal
recupero di una buona circolazione venosa, all’allontanamento dei
liquidi ristagnanti nei tessuti del ventre, bacino e arti inferiori;
inoltre il soggetto è in grado di vivere in modo sano la propria
sessualità, riacquistare sicurezza e forza vitale.
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