|
|
La pratica
definita impropriamente “letto sonoro” viene utilizzata in
musicoterapia da alcuni terapisti, e consiste nel porre in relazione
sonora, non solo il suono percepito dall’orecchio, ma anche le
vibrazioni percepite tramite il corpo, che si trasmettono, così, a
tutte le cellule e ai tessuti.
Tale azione permette di aggiungere, alle sensazioni musicali, anche
la sollecitazione delle parti del corpo, in particolare quella della
muscolatura, realizzando una specie di “massaggio sonoro”.
Lo strumento musicale utilizzato per ottenere tale effetto viene
detto “letto sonoro”.
Per “letto sonoro” s’intende uno strumento musicoterapico costruito
per l’occorrenza, costituito da un piano di legno sul quale si pone
il soggetto; lo strumento è munito di numerose corde poste verso la
parte rivolta al pavimento. Esso è volutamente dotato di corde che
generano la stessa nota, ovvero è un monocordo, che permettendo di
aggiungere al suono originato dall’onda sonora semplice le
“vibrazioni secondarie”. Tali frequenze aggiuntive si chiamano
“armoniche”. Al soggetto in questione giunge, oltre la frequenze
fondamentale, anche la seconda, la terza, ecc., armonica. Grazie al
suono del monocordo, le armoniche pongono in vibrazione anche le
corde non percosse, e tale dinamica risulta appropriata per
l’utilizzo terapeutico dell’emissione sonora.
Quando si vogliono ottenere delle stimolazioni ai tessuti muscolari,
il terapista guida il soggetto a compiere dei precisi movimenti
corporei.
Il suono fondamentale agisce a livello acustico, quindi percepito
dall’orecchio ed elaborato dalla psiche, mentre gli armonici
(vibrazioni secondarie) agiscono su tutto il corpo; ciò avviene per
la legge della risonanza, che consiste nella possibilità di porsi in
vibrazione solo grazie all’investimento delle onde sonore, prodotte
da un’altra fonte, che fa vibrare il corpo umano, della stessa
frequenza naturale del corpo vibrante.
Il corpo della persona sdraiata sul piano del letto subisce una
continuità vibratoria, dovuta alla vibrazione diretta che dalla
cassa di risonanza dello strumento viene trasmessa, per contatto, al
corpo della persona, con l’assorbimento delle onde sonore che lo
investono “massaggio sonoro”. Tale assorbimento dipende dalla forma,
dimensione e consistenza dell’oggetto “assorbente”, che per il corpo
umano sarà diverso a seconda dei tessuti e degli organi, ricordando
che i tessuti del corpo umano possiedono proprietà fonoassorbenti.
È possibile sostituire il letto sonoro con un pianoforte a coda, sul
quale si sdraia il soggetto. Il pianoforte rientra negli strumenti
musicali definiti “cordofoni”, nei quali l’elemento vibrante è
costituito da delle corde tese e, precisamente, un cordofono a
percussione, essendo i martelletti a porre in vibrazione le corde
tese.
Per il “letto sonoro” è più indicato il pianoforte a coda, avendo le
corde disposte orizzontalmente, quindi disposte lungo tutta la
tavola armonica; inoltre, le dimensioni e la forma della corda
permettono di posizionare una persona sdraiata.
La pratica del “letto sonoro” può essere sostituita dalla
trasmissione dei suoni ottenuti da un pianoforte amplificato o da
una tastiera elettronica, avendo cura di posizionare quattro casse
acustiche (diffusori) agli angoli del letto. Tale sistema si
allontana totalmente dal vero “letto sonoro”.
L’uso del “letto sonoro” è rivolto a tutte le persone, anche se ne
traggono vantaggio in particolare i sofferenti del morbo di
Alzheimer e del morbo di Parkinson.
In generale, viene utilizzato per il rilasciamento muscolare; da non
sottovalutare anche l’aspetto mentale che permette di raggiungere un
benessere psicofisico, tant’è che può essere utilizzato anche a
semplice scopo distensivo.
Sul mercato è possibile reperire “letti sonori” realizzati con legno
di betulla o di massello, muniti di 53 corde.
Per saperne di
più:
www.jacarandamusica.com

RIMANDI :
-
MASSAGGIO
SONORO
-
METODO MUSICALE YAMAHA
-
FONOTERAPIA
-
JACQUES JOST
-
KODALY (Metodo)
-
ORFF
-
TERAPIA DELLA VOCE
-
VOICING
-
METODO MUSICALE WILLEMS
-
METODO FUX
-
MASSAGGIO SONORO

|
|