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ENCICLOPEDIA delle DISCIPLINE BIONATURALI
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- MANDALA PERSONALE  -


 

   

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     Mandala Personale

 

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MANDALA PERSONALE

 
   


Nel mandala personale il centro è l’uomo stesso che si deve purificare, trasformando le forze demoniache che porta dentro di sé. In questo tipo di mandala vengono espulse tutte le energie negative attraverso la meditazione, la presa di coscienza e la conoscenza del proprio sé che avviene durante il processo di costruzione del mandala stesso.

Mentre costruisce il mandala, dall’esterno verso l’interno, l’uomo si concentra in sé, si individualizza, esegue quella ricerca interiore indispensabile perché si verifichi la catarsi, la purificazione.

Il mandala personale ha tre scopi: centrare, guarire, crescere. Centrare significa cogliere l'essenziale, valutare lo scopo prioritario dei valori della vita. Per guarire si intende l’espellere i turbamenti, le forze demoniache, la malattia. Per crescere s’intende il proiettarsi verso una nuova dimensione, verso la meta intravista nella catarsi.

Il mandala si può anche utilizzare come metodo diagnostico. Il malato deve disegnare e colorare, secondo la sua immaginazione, un cerchio. L’unica informazione che deve essere data al paziente è che lo spazio interno del cerchio rappresenta il suo “io”e che deve essere colorato partendo dal centro. Da questo disegno si possono trarre interessanti conclusioni, osservando la forma del cerchio, se tracciato in modo nitido o tremolante, e analizzando i colori usati per tinteggiare l’interno.

La stessa costruzione e colorazione del cerchio hanno anche un fine terapeutico, tanto da creare una liberazione nel soggetto. In questo caso però il paziente deve sapere a priori che il simbolo porterà ad una graduale organizzazione e presa di coscienza del suo “io”. Ogni malattia dell’uomo è una esteriorizzazione delle forze del male; ognuno porta dentro di sé il potere della malattia e della guarigione.

Nei tempi passati i guaritori e gli sciamani curavano utilizzando proprio il mandala. Lo sciamano tracciava un cerchio nella sabbia, con l’aiuto di alcuni collaboratori, tracciava simboli e complicati disegni, utilizzando argille di diverso colore. In certi casi l’operazione durava anche qualche giorno.

Il momento più importante della cerimonia si aveva quando si faceva sedere il malato nel centro del cerchio. Lo sciamano prelevava un pugno di sabbia dal cerchio e lo strofinava sul corpo del paziente, specialmente nella zona interessata dal male, accompagnando il rituale con canzoni e formule magiche, per attirare l’attenzione degli spiriti benigni.

Al termine del rito il paziente distruggeva il complicato mandala con il suo corpo; il male veniva allontanato e in molti casi la malattia era immediatamente debellata. Con il susseguirsi delle varie azioni rituali, nello sciamano si verificava una forte concentrazione psichica, che alimentava la suggestione già presente dall’inizio della costruzione del mandala. Questa concentrazione psichica raggiungeva anche l’ammalato. La distruzione del mandala era il culmine dell’evento del transfert uomo-figura; il male passava al mandala, e tramite il mandala veniva annullato. Il mandala personale diventa un mezzo di guarigione e liberazione, e più la carica psichica viene accumulata nel tempo, più l’effetto sarà rilevante.

  

           

 

 

 
     

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