Antica pratica
rintracciabile nella medicina ippocratica, atta a raffreddare e
umidificare il paziente e l’ambiente, facendo ricorso a svariate
procedure e artifizi, affinché la temperatura del corpo scendesse.
Tale metodo veniva
consigliato nelle malattie acute e in particolare negli stati
febbrili.
Il malato doveva
restare coricato, scoperto o sotto lenzuola di lino, in una camera
fresca. Per umidificare l’aria, venivano poste delle anfore colme
d’acqua; inoltre si ponevano nella stanza dei rami con foglie e
fiori appena recisi.
Il trattamento
umidificante veniva anche consigliato durante le diete alimentari,
nelle quali venivano prescritti cibi ad azione rinfrescante.
Tale procedimento
non veniva condiviso da tutti i medici ippocratici, anzi alcuni lo
ritenevano dannoso, in particolare per l’incertezza che provocava
nell’andamento della malattia (prognosi); altri perché si
contrapponeva al decorso naturale della malattia.

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