Terapia di antiche
origini nella quale si somministrava al malato un organo di un
animale sotto forma di cibo o di succo.
Nell’antropologia
medica vengono riportate numerose testimonianze di utilizzo
della cura con gli organi degli animali; la scelta veniva
effettuata secondo le regole della magia simpatetica e
omeopatica, basando il loro credo terapeutico sul concetto di
“transfert”.
La cura a base di
ormoni è antichissima, ed è stata derisa da molti
contemporanei perché vista come comportamento magico-superstizioso.
Nell’antica Roma, Plinio il Vecchio consigliava di nutrirsi di
organi sessuali maschili, per recuperare la virilità, il medico
spagnolo Albucasis per lo stesso scopo ordinava di nutrirsi di
testicoli di pecore.
In alcuni casi si
ottenevano dei succhi ricavati dalla spremitura di ghiandole
endocrine animali; si trattava di una terapia empirica, l’unica che
si potesse praticare in quelle epoche.
Antonio Scarpa
riporta l’usanza tra le popolazioni dell’India e del Perù di
utilizzare i cordone ombelicale polverizzato, unito ad altre
sostanze, per curare la minaccia d’aborto e per facilitare il parto.

Organoterapia
moderna
La moderna
organoterapia viene fatta risalire alla fine dell’‘800 e ad un
medico veterinario e omeopata tedesco di nome Lux, ricorrendo in
essa i fondamenti dell’omeopatia Hahnemanniana, per il principio che
il simile cura il simile.
Le ricerche di Lux
furono approfondite da Hering e perfezionate all’inizio del ‘900 da
Nebel, considerato il padre dell’organoterapia contemporanea. Essa
assume il nome di “organoterapia diluita e dinamizzata”,
proprio secondo i principi dell’omeopatia, nella quale si può
inserire come particolare metodica terapeutica.
Lo scopo è quello
di promuovere la carente funzione delle ghiandole o tessuti,
utilizzando estratti di ghiandole o tessuti omologhi di animali.
affinché si ripristini l’equilibrio.
L’organoterapia si
differenzia dall’opoterapia perché in quest’ultima la
somministrazione dell’estratto avviene in dosi ponderali, mentre per
l’organoterapia le dosi sono infinitesimali e il rimedio viene
sottoposto a diluizioni e dinamizzazioni, secondo i principi dettati
da Hahnemann (1755-1843).

L'azione
L’organoterapia
diluita e dinamizzata si basa sul principio fondamentale: il
simile agisce sul simile, ovvero l’organo agisce su un medesimo
organo.
Tale principio è
stato studiato secondo i meccanismi immunopatologici, dimostrando
che il rimedio organoterapico si promuove quale antigene,
bloccando gli anticorpi omologhi.
Nella pratica
terapeutica, di norma, non si ricorre a diluizioni inferiori alla 3
CH; i preparati organoterapici si presentano sotto forma di fiale
bevibili o in supposte, e si ottengono a partire da diversi tessuti:
aorta, vena, midollo osseo, dischi lombari, mucosa dello stomaco,
ipotalamo, tiroide, etc.
Alcuni medici
integrano l’organoterapia con l’omeopatia, e anche con la
Litoterapia e la Gemmoterapia.

Per saperne di
più:
-
Bergeret
e Tétau, L’organothérapie, Maloine, Paris, 1977
-
Marino
Ragazzini, Il simile magico e gli antigeni organoterapici,
Naturopatia e Omeopatia, Riza ott. 1984 n. 14

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