Tecnica
terapeutica elaborata nel 1910 da F. Ramond, che consisteva
nell’ iniettare nel sottocutaneo dell’ ossigeno.
L’ossigeno è
l’elemento chimico maggiormente presente nel nostro organismo, il
professor M. F. Jayle ne calcolò la presenza pari al 62,43%,
rispetto al 21,15% del carbonio, allo 0,08% del cloro, e allo 0,027%
del magnesio.
Ciò sta ad
indicare l’importanza di questo elemento chimico, che come sappiamo
preleviamo dall’aria inspirata, in una quantità media di 10.000
litri d’aria al giorno, per poter usufruire di 2.200 litri di
ossigeno, d’altronde va ricordato che l’ossigeno è l’elemento più
abbondante sulla Terra.

Il metodo
Carenze d’ossigeno
sono causa di numerose malattie, tant’è vero che in caso di
difficoltà respiratorie bisogna sopperire alla carenza di ossigeno
introducendolo attraverso la via polmonare.
Per
ossigenoterapia si intende l’introduzione nell’ organismo di una
quantità di ossigeno ad alta concentrazione, attraverso le più
disparate vie di accesso, quali iniezioni intradermiche,
sottocutanee, intramuscolari, endovenose, inalatorie; da ciò si
comprende che se ne deve occupare il medico e non altre figure non
mediche quali il
naturopata.

Indicazioni
dell'ossigenoterapia
L’ossigenoterapia
trova impiego sia nelle malattie acute che croniche; sicuramente il
campo prioritario di applicazione risulta quello dell’asfissia,
causata da ossido di carbonio (CO).
Si ricorre a tale
pratica anche negli scompensi cardiaci e negli infarti
del miocardio. L’ossigenoterapia viene inoltre impiegata in
patologie meno gravi quali gli stati d’ansia, l’insonnia e le astenie.

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