La Radiobiologia
deriva dalla Radionica ed è fondata sul principio dei circuiti
oscillanti, chiamati impropriamente “pendoli elettronici”.
Tali circuiti,
isolati dal terreno, percepiscono selettivamente, per la loro
funzionalità endogena, le “azioni magneto-elettriche indotte dal
campo cosmogeofisico”.
I circuiti
oscillanti utilizzati nella Radiobiologia si basano sulla
equazione di Thomson ,
e sono stati
denominati “Sistemi K–Callegari”, dal nome del loro ideatore.
Giambattista
Callegari (1912–1990) nel 1945 scoprì l’effetto K, applicabile
alla tecnica della Radionica; ne scaturì un concetto nuovo e geniale
in grado, tra l’altro, di spiegare oltre la fenomenologia radionica,
anche l’effetto rabdico.
Rabdomanzia,
Radioestesia e Radionica vengono, così, rivisitate e spogliate
dell’alone magico, e considerate realtà del mondo dell’interazione
tra Uomo e Natura, attraverso l’applicazione delle conoscenze di
radiotecnica ed elettrologia.
L’Uomo quale unità psicobiofisica
resta comunque l’elemento centrale nella Radiobiologia.
CRC
Le ricerche
sulla fenomenologia K portarono alla costruzione di un evoluto
Dispositivo CRC (Centrale Radiobiologica Callegari), utilizzabile
sia per curare di presenza che a distanza, sia per rilevare gli squilibri,
causa dei disordini organici in atto.
Nella CRC si può
all’occorrenza usare anche solo la fotografia dell’individuo
esaminato. Ogni individuo, e ogni realtà fisica o biologica,
manifesta una specie di “personalità radiante”, raggiando energia
anche sotto forma elettromagnetica. La cellula, l’uomo, ecc. sono
immersi in campi radianti, ed è in tale interazione che si afferma
l’effetto K: “Infatti è risaputo che tra effetti energetici rilevati
ed irrivelati, pertinenti in ogni caso il nostro campo – spazio
relativo di osservazione, non esiste un netto distacco” (Callegari,
1968).
Applicazioni
Le applicazioni della CRC sono molteplici ma, interessandoci
delle Medicine di Tradizione, cogliamo l’ occasione per riferirci
all’ utilizzo nell’ ambito della salute.
La malattia, in accordo con
il pensiero antico, non è altro che una perturbazione sistemica di
una unità (es. l’uomo) in continua relazione con il tutto. Qualsiasi
scompenso si manifesta anche con varianti del campo radiobiologico,
che tramite svariate vie è possibile rilevare e conseguentemente
riequilibrare.
Secondo il Callegari
“ogni organismo si manifesta
elettromagneticamente con una
p
K-risultante, scomponibile nelle sue
p
K-componenti (ad onde endogene)” (Ibidem).
Un tessuto o un organo
malati emetterebbero radiazioni anomale, ma solo un essere biologico
complesso e autocosciente quale lo stesso uomo può asservire alla
funzione di primario elemento nella CRC. Nasce così la figura del
Radiobiologo quale operatore CRC che, Callegari precisa, non è un
sensitivo: “Al contrario, egli è un normalissimo uomo abituato alla
fredda osservazione dei fatti, un ragionatore. Non è un medico, ma
può anche esserlo”.
Una convergenza, non forzata, con la fisiologia
tradizionale indiana, evidenzia come il chakra Ajna corrispondente,
solo quale ubicazione, con la ghiandola endocrina ipofisaria, abbia
anche nella Radiobiologia una rilevanza preponderante. Secondo
l’indagine K, svolta dallo stesso Callegari, l’ipofisi appare come
un “triodo–elettronico”, in grado di oscillare su un grandissimo
numero di frequenze, quindi si presenta come un circuito di
risonanza molteplice.
Un distorto funzionamento dell’ipofisi
(o
meglio triodo ipofisario) è alla base delle distonie
neurovegetative; in tal guisa la CRC interagisce nel caso di
discrasia ipofisaria.
Nella Radiobiologia si rintraccia, anche, il
pensiero della medicina quantistica.
|