La reflessologia
del piede è una tecnica di massaggio contemplata nell’ ambito delle
medicine complementari.
Il fondatore di
tale terapia fu lo statunitense William R. Fitzgerald, medico
otorinolaringoiatra che sin dal 1902 iniziò a praticare il
massaggio delle mani basato sull’azione di aree specifiche
(zonali) riferendosi ad organi e parti del corpo posizionati in
altri siti anatomici.
Fu un’allieva di
Fitzgerald, Eunice Ingham, a riferirsi ai piedi,
scoprendo che questi risultavano ancora più sensibili delle
mani e permettevano di costruire una mappa precisa della
superficie podalica con zone anatomiche riflesse.
Possiamo così
datare l’origine della reflessologia del piede negli anni Trenta,
negli Stati Uniti d’America. In realtà tale periodo è riferito alla
tecnica specifica e alla mappatura che, pur se con alcune
differenze, dovute alle scuole successive, si presenta a noi come
corpus fondamentale.

Le origini
della riflessologia
Il massaggio del
piede in relazione ad una azione riflessa è decisamente più antico,
e per quanto riguarda la documentazione, viene fatto risalire
all’antico Egitto, circa nel 2330 a.C., tramite il
rilevamento di un dipinto murale nel quale veniva raffigurato un
medico dell’epoca nell’atto di massaggiare i piedi del paziente.
E’ risaputo come
nell’antichità il sapere venisse trasmesso oralmente, quindi è
sicuramente più antica l’origine del massaggio del piede, e
nell’antica Cina almeno 5000 anni fa veniva praticato.
A tal proposito è
bene specificare che la mappatura della reflessologia plantare
non corrisponde alla reperibilità dei punti dell’agopuntura
cinese.

La tecnica
Secondo il
pensiero della studiosa di
reflessologia Eunice Inghamm, la tecnica
del massaggio zonale agirebbe sulla circolazione sanguigna,
permettendo di agire oltre che sui tessuti, anche sulle singole
cellule del corpo umano.
Nel contempo
l’azione coinvolgerebbe la circolazione linfatica, agendo
anche sul sistema nervoso, sistema endocrino e sistema immunitario.
Un’altra azione è
rivolta alla psiche e proprio perché tale tecnica viene
considerata “olistica”, non bisogna dimenticare la principale via
d’azione, che è quella della “circolazione energetica”.

La mappa zonale
Volendo
sintetizzare, rischiando l’inevitabile sterile atto commentativo,
possiamo rintracciare nel paradigma reflessologico plantare:
-
la presenza di
dieci meridiani (in posizione verticale)
-
la presenza di
tre linee trasversali nel piede
-
la divisione
della pianta del piede in quattro porzioni, risultanti dalle tre
linee orizzontali.
-
La prima
linea trasversale che nella sua posizione riflessa si
localizza nella regione della cintura scapolare, detta anche
linea cingolo-scapolare.
-
La seconda
linea trasversale che nella posizione riflessa si localizza
nella regione costale all’altezza della linea sopraombelicale.
-
La terza
linea trasversale che nella posizione riflessa si localizza
nella regione del bacino e del cingolo pelvico.

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