Nella
teatroterapia si ricorre all’esperienza della recitazione,
che con la richiesta di coinvolgimento è in grado di mettere
in atto veri processi terapeutici.
Il processo
teatroterapeutico si snoda in tre percorsi, all’apparenza ludici,
che in realtà provocano forti catarsi liberatorie.
Le scenografie, le
luci, il copione, diventano mezzi terapeutici che, agendo
sull’individuo, richiamano alla presa di coscienza del possibile
cambiamento.
Nella
teatroterapia si migliora l’interazione sociale, l’autostima
e il rapporto con la propria entità fisica; inoltre viene
assicurato un ottimo sviluppo della creatività.
Sovente il
percorso teatroterapico ricorre allo psicodramma, quale
metodologia psicoterapica specifica.
E’ il mutevole
rapporto con il ruolo che fa di tale pratica un interessante
mezzo terapeutico. Nei continui cambiamenti di ruoli si
prospettano nuovi status, ovvero svariate posizioni nel
tessuto sociale. Durante le recite, il soggetto aderisce all’
interpretazione dei molteplici ruoli, e tale adesione attiva
processi di riordino tali da divenire eccellenti stimoli al
miglioramento.
D’altronde nell’antropologia
medica si colgono le presenze di svariati personaggi ai quali
era affidata la salute, ad esempio lo sciamano, che
nell’insieme dei mezzi utilizzati, inserivano sempre anche l’aspetto
teatrale, quale il mimo, la danza, e la comprensione delle
figure causanti la malattia, sovente intese quali entità negative
che il terapeuta interpretava.

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