Edgar Willems,
insigne pedagogista svizzero, nato in Belgio nel 1891, fu
ideatore di un metodo per l’educazione musicale utilizzato in
Europa, nel quale (alla pari di Orff) propone l’uso di strumenti
musicali semplici ed economici.
Per Willems, la musicalità e il senso sonoro sono doti innate in
tutti i bambini, quindi, più che insegnare, bisogna guidare a
scoprire tale potenzialità affinché affiori spontaneamente.
La percezione sonora non si baserebbe esclusivamente
sull’orecchio musicale, ma coinvolgerebbe i vari livelli
percettivi; a tal proposito, egli elenca la presenza
dell’orecchio: mentale, affettivo e sensoriale.
Ogni ascolto musicale coinvolgerebbe tali livelli, indirizzando
l’aspetto ritmico verso la “vita fisica” in relazione alla
matricità e alla percezione dei cinque sensi; l’aspetto
melodico agente sulla “vita affettiva” e l’aspetto armonico
sulla “vita mentale”.
RITMO = FISICO
MELODIA = AFFETTIVO
ARMONIA = MENTALE
Il suo metodo
è stato utilizzato a partire dalla Scuola materna, sino agli
studenti del Conservatorio.
La sua opera più importante è “L’orecchio musicale”, composto da
due volumi; in essi ricorre alle teorie musicali di Dalcroze,
aggiungendo, al ricorso dell’istinto ritmico, la ricerca di
sussidi musicali in grado di educare il bambino a cogliere oltre
che il ritmo, i suoni (melodia e armonia).
Per Willems, prima di ogni altra cosa, bisogna educare
l’orecchio musicale, sviluppando il senso uditivo.
Tale approccio è rivolto a tutti coloro che non presentano gravi
problemi uditivi a livello fisiologico.
Alla base del processo educativo è posto l’interesse ed il
sentimento per la musica, che è presente in tutti i bambini;
bisogna solamente sviluppare la sensibilità affettivo uditiva.
Per Willems è presente una intelligenza uditiva quale sintesi
delle esperienze sensoriali e affettive. Tale intelligenza viene
stimolata, educata e sviluppata dall’insegnante, attraverso la
presa di coscienza delle proprie esperienze uditive con valenza
sensoriale affettiva.
Il metodo di Willems ha incontrato il favore dei
musicoterapeuti,
che lo hanno utilizzato quale tecnica musicoterapica attiva.
Esso viene utilizzato con buoni risultati nei bambini autistici;
inoltre, viene proposto nei soggetti handicappati, cerebrolesi,
deboli mentali e nelle sindromi fobico-ossessive.
Le modalità di somministrazione del metodo si basano su dei
protocolli specifici a seconda dell’indicazione terapeutica.
Il precursore delle applicazioni musicoterapiche è stata Liliana
Azionala, un’allieva di Willems che iniziò ad applicare tale
metodo sui bambini dislessici e in quelli con turbe lievi.
