Lo Zero Balancing (ZB) consiste in un
trattamento corporeo nato nel 1975, basato sul principio
energetico-strutturale, tendente a riequilibrare l’energia con
le funzioni fisiche.
Il fondatore è Fritz Smith, un
medico osteopata, chiropratico e agopuntore statunitense, che unì le
conoscenze mediche accademiche con il sapere della medicina
tradizionale orientale; fu allievo di Swami Muktananda.
Basato sul principio della
digitopressione cinese e su leggeri stiramenti, interviene sul corpo
liberandolo dai blocchi e permettendo all’energia di fluire
armoniosamente.
L’azione è dolce e procura un
piacevole stato di rilassamento.
Il termine “Zero Balancing” nacque,
si racconta, dall’esclamazione di un paziente trattato da Smith con
il suo metodo, che disse: “Mi sento bilanciato come uno zero”.
L’obiettivo finale del
trattamento è il processo di autoguarigione che il paziente
risveglierebbe grazie all’armonico flusso di energia circolante
nell’organismo.
La pratica si avvale di particolari
pressioni esercitate con le dita, mentre il paziente giace sdraiato
su di un lettino.
Secondo il sistema terapeutico
dell’equilibrio dinamico, vi sono dei distretti articolati di somma
importanza, denominati “di fondamento”, ed è proprio su questi che
l’operatore interviene.
Lo ZB è indicato per raggiungere
l’equilibrio interiore, rivolgendosi alla triade
corpo-mente-spirito. Esso serve anche per sciogliere le contratture
muscolari, lenire il dolore fisico, rendere il corpo più armonioso;
in particolare agisce sulle articolazioni migliorando le strutture
dell’apparato osteo-articolare e muscoloscheletrico.
Da non dimenticare è l’azione
congiunta con la mente, che permette di superare i problemi mentali.
Opera fondamentale sullo ZB, scritta
da Smith, è “Ponti interiori”, edita da Humanics Ird.

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