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Percorso
psicoterapeutico ideato dallo psichiatra italiano Roberto
Assagioli (1888–1974), che nel 1911 lo rese noto tramite la sua
prima opera letteraria.
Per Assagioli, lo
scopo primario della vita è quello della ricerca spirituale,
e le grandi tappe del cammino conoscitivo si possono così
riassumere:
-
Conoscenza
integrale della propria personalità.
-
Dominio degli
elementi che la compongono.
-
Realizzazione
del Sé, o almeno scoperta di un Centro Unificatore.
-
Psicosintesi:
quale formazione o ricostruzione della personalità intorno al
nuovo Centro.
Assagioli fu amico
di Jung, e nel 1926 fondò a Roma l’Istituto di Psicosintesi.
L'uovo di
Assagioli
In tale visione
psicologica la psiche viene rappresentata sotto forma di
un’elisse, chiamata “l’uovo di Assagioli”, nella quale
vengono indicate le varie parti costitutive, come da figura:
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Inconscio
inferiore
-
Inconscio
medio
-
Inconscio
superiore o supercosciente
-
Campo della
coscienza
-
Io o sé
cosciente
-
Io o Sé
superiore, spirituale (transpersonale)
-
Inconscio
collettivo
Il modello
La novità rispetto
ad altri modelli, è la compresenza di due Io, quello ordinario che è
l’Io o Sé cosciente, e quello superiore, transpersonale, o Sé
superiore.
Realmente non
esistono due Io separati: poiché l’Io inferiore vive nelle
illusioni, si tratta di riunire, unificare i vari aspetti della
psiche in quella che, per l’appunto, viene chiamata psicosintesi.
Solo tramite
un’integrazione è possibile raggiungere uno stato armonico. La
strada per raggiungere tale sintesi, è quella della buona volontà:
tutto dipende dal soggetto, ed il resto ne è una conseguenza.
Le due funzioni
fondamentali del Sé personale sono la volontà e la
coscienza, che possono attivare l’ autoconsapevolezza.
La sintesi
Nel processo
integrativo la psicosintesi, distingue due stadi: quello
personale e quello transpersonale. Con il primo
raggiungimento si perviene ad uno stato di salute psico-fisica, di
integrazione sociale. Nel secondo, quello transpersonale, si
sperimentano le energie di amore, pace, collaborazione, in una
visione che supera l’individuo, per proiettarsi verso le dimensioni
globali.
Le tecniche
proposte dalla psicosintesi sono tante, ad ognuno l’utilizzo più
confacente alle proprie inclinazioni:
“Infatti, è
come se ci fossero due io, perché l’io ordinario ignora teoricamente
l’altro, fino a negarne l’esistenza, mentre quest’ultimo è latente,
non si rivela di solito in modo diretto alla coscienza. […]
Non ci sono veramente due “io”, due entità del tutto diverse e
separate. L’io è uno solo ed ha soltanto differenti gradi di
manifestazione, di attuazione, di consapevolezza. Il riflesso è
distinto dalla sorgente luminosa, ma non ha sostanzialità propria ed
autonoma, non è un’altra e diversa luce”. (R. Assagioli,
Principi e metodi della Psicosintesi terapeutica, Ed.
Astrolabio).
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