L’elettromagnetoterapia si distingue dalla
magnetoterapia poiché anziché usare dei magneti permanenti, fa
uso di elettromagneti ad alta frequenza.
Il suo uso è principalmente rivolto ai
trattamenti
antidolore e, come la magnetoterapia, non comporta alcun rischio,
eccetto per i pazienti con pacemaker e le donne in gravidanza.
La sua azione è rivolta a ripristinare a livello
cellulare un campo biomagnetico che con la malattia si è
indebolito.

PRINCIPÎ DI FUNZIONAMENTO
Tutti sappiamo che la cellula viva possiede
un’attività elettrica che giunge sino a 70 millivolt; ovviamente
nelle sue vicinanze si genera un campo magnetico.
Una cellula ammalata presenta una tensione
notevolmente più bassa (50 – 55 millivolt). Sotto i 30 millivolt si
ha la morte delle cellule.
L’elettromagnetismo si comporta come il
caricabatterie di un’automobile, con la differenza che la sua azione
avviene sotto un aspetto magnetico e non di corrente.
Le giuste frequenze elettromagnetiche vengono
captate dalle cellule, che riportano i valori delle differenze di
potenziale elettrico nei regimi di norma.
Nell’elettromagnetoterapia si è notato che le
cellule risuonano a frequenze diverse, a seconda del tessuto al
quale appartengono e alla patologia in atto.
Le frequenze di risonanza e quindi di ricarica,
variano da 27 Megahertz sino a 250 Megahertz.
L’elettromagnetoterapia è realizzabile solo
attraverso l’uso di un apparecchio elettronico in grado di erogare
frequenze selezionabili impulsive.
Grazie a studi e ricerche si è stabilito quali
frequenze sono adatte nei vari trattamenti. Ad esempio, se si tratta
di accelerare il processo di cicatrizzazione di una ferita, si
regola l’apparecchio sui 160 Hz.
Embrioni di animali esposti all’azione di campi
magnetici hanno messo in evidenza un notevole ritardo nella
crescita, e un rallentamento dei fenomeni di senescenza. I campi
elettromagnetici devono però risultare intermittenti e la frequenza
pregiudica la capacità di penetrazione.
Un campo magnetico alternato produce correnti
indotte nell’interno dell’organismo con conseguenti spostamenti
nelle cariche delle membrane delle cellule.

INDICAZIONI
Le frequenze usate variano da 1 a 20 Hz a seconda
dell’indirizzo terapeutico:
– da 1 a 3 Hz contro le infezioni
– da 4 a 6 Hz spasmi muscolari e come sedativo in
generale
– da 8 a 11 Hz analgesico, tonico, stabilizzante
– da 13 a 20 Hz astenia, stanchezza generale.
Con i moderni microscopi elettronici si è notato
che alcune cellule sottoposte ad un campo magnetico si spostano
allineandosi. La parete cellulare subisce delle modificazioni e si
comporta come un semiconduttore organico.
Nella cura dei tumori è stato accertato che il
magnetismo rallenta la divisione cellulare, e studi scientifici
hanno evidenziato come l’interferenza magnetica agisca sulla
respirazione della cellula, ovvero sul trasporto intercellulare di
ossigeno.
Il Servizio Ortopedico dell’ospedale Nazionale
Kohnodai della Russia, ha notato gli effetti dovuti alle carenze
magnetiche, come le formazioni osteofide delle vertebre cervicali e
dorsali, la calcificazione dei tendini del collo e dei dischi
vertebrali, anchilosi, pseudoartrosi clavicolare, scoliosi
lombare.

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