Con il termine
Kampo si intende il corpus di attività salutistiche che nel
Giappone si sono instaurate nei primi secoli dopo Cristo.
Il ricorso al nome
Kampo viene fatto risalire al 414 quando una grave malattia
dell’imperatore fu risolta da un medico coreano esperto in
medicina
tradizionale cinese, ed è dalla dinastia dell’imperatore che fu
coniato il nome Kampo. Si può quindi definire il metodo Kampo come
di importazione cinese. E’ però nell’ottavo secolo che tale pratica
si diffuse e si ampliò, grazie all’istituzione di scuole
d’insegnamento.
La
pratica erboristica è l’aspetto più rilevante del metodo Kampo, con il
ricorso alle conoscenze erboristiche cinesi e anche all’uso delle
piante autoctone giapponesi. Bisogna risalire sino al 1700 per
rintracciare la vera diffusione del metodo Kampo, in particolare a
Kioto.
Nella medicina
Kampo oltre ai rimedi vegetali si ricorre a quelli animali
e minerali.
La diagnostica
ricava dalla medicina tradizionale cinese il ricorso alle tecniche
della palpazione e l’esame dei sensi.
L’individuo viene
analizzato nel suo complesso globale tenendo conto dell’unicità e
della esclusività di ogni essere vivente. La sostanziale diversità
tra Medicina Tradizionale Cinese e quella del Kampo consiste
nel fatto che nella prima le metodiche fitoterapia, agopuntura,
alimentazione e massaggio devono essere integrate tra loro; almeno
le prime due. Nella medicina Kampo vengono considerate
separatamente e da specialisti che possono essere diversi.
Inoltre nel Kampo
i rimedi sono di gran lunga inferiori quantitativamente (qualche
centinaio) rispetto alla farmacologia cinese.
Per quanto
concerne la diagnostica quella Kampo si diversifica dalla
cinese perché è la palpazione dell’addome che viene eseguita.
Per la recente
diffusione di tali pratiche, la medicina Kampo non può essere
considerata una medicina tradizionale, pur attingendo dalla
ultramillenaria medicina tradizionale cinese.

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